Nel 1997) è stato descritto per la prima volta la presenza del cromosoma Y nel plasma di alcune donne con feto di sesso maschile, utilizzando l’analisi del DNA libero presente nel circolo materno (cfDNA). E’ stato dimostrato che, a partire dal primo trimestre di gravidanza, è presente nel circolo ematico materno DNA libero di origine fetale (cell free fetal DNA, cffDNA), che può essere recuperato in maniera non-invasiva ed utilizzato per lo studio di alcune patologie fetali.
Il cffDNA può essere isolato precocemente a partire dalla X settimana, quando raggiunge quantità sufficienti per il potenziale impiego clinico. La sua percentuale può variare tra <4%, una quantità non utile per la diagnosi, e circa il 40%, con una media del 10%, alla XII settimana.
Il NIPT pertanto non è un test diagnostico, verifica la possibilità che il feto sia affetto dalle più comuni aneuploidie, con una specificità e sensibilità significativamente superiori rispetto allo screening non invasivo combinato (TN+PAPP-A/βHCG). Il NIPT definisce, su base probabilistica, la presenza nel feto di una specifica patologia indagata.
Ha il vantaggio di non essere invasivo come la villocentesi e l’amniocentesi, ed è privo di rischi sia per la mamma che il feto, ma ogni risultato positivo deve essere confermato con una tecnica invasiva tradizionale (villocentesi /amniocentesi).