TRAVAGLIO E PARTO IN ACQUA
PERCHE’ PARTORIRE IN ACQUA ?
Nel corso del tempo le esigenze delle donne in stato di gravidanza sono profondamente cambiate definendo un nuovo orientamento per tutti i reparti di Ostetricia. Partorire in acqua oggi è considerata un’alternativa valida e sicura al parto tradizionale. I benefici di questa pratica, rappresentati soprattutto da un maggiore rilassamento materno e da una minore richiesta di analgesia, hanno contribuito alla sua diffusione e all’entusiasmo con cui se ne parla. Come sottolineato dall’OMS uno degli obiettivi primari del nostro lavoro è avere una madre e un bambino sani, ragion per cui diventa necessario ascoltare anche i desideri e le preferenze della madre.
QUALI SONO I BENEFICI DEL PARTO IN ACQUA ?
Grazie all’immersione in acqua calda la futura madre raggiunge più facilmente una sensazione di benessere, può cambiare posizione con maggiore agevolezza, rilassarsi e quindi sentirsi più a suo agio. L’acqua calda aiuta il rilassamento dei muscoli, diminuisce l’ansia associata al parto, riduce il rilascio di catecolamine stimolando la produzione di endorfine. Migliorano anche la perfusione dell’utero e le sue contrazioni con una significativa riduzione dei tempi del travaglio. Aumentano anche l’elasticità del perineo e del canale del parto con una notevole riduzione di episiotomie. Ma soprattutto partorire in acqua migliora la sensazione di controllo che la donna ha sul suo corpo generando una maggiore soddisfazione.
IL PARTO IN ACQUA E’ INDICATO PER TUTTE LE DONNE E TUTTE LE GRAVIDANZE O CI SONO DELLE LIMITAZIONI ?
Il parto in acqua è possibile quando la gravidanza è considerata a basso rischio. Al travaglio in acqua non sono ammesse le donne che hanno subito un taglio cesareo o una miomectomia uterina, le donne che soffrono di ipertensione, febbre, diabete o rottura da oltre 18 ore delle membrane. Non è dunque possibile in tutti quei casi in cui la futura mamma ha la necessità di un monitoraggio cardiotocografico durante il travaglio.
QUANDO SI ENTRA IN ACQUA ?
In acqua si entra a travaglio attivo e quindi quando c’è una dilatazione di almeno 3 cm, il collo uterino è scomparso e le contrazioni sono avviate. La temperatura dell’acqua è di 37°, la donna può scegliere di mettersi in posizione semiseduta o supina con l’acqua che copre completamente la pancia.
ANCHE IL TRAVAGLIO AVVIENE IN ACQUA ? COME FUNZIONA IL PARTO IN ACQUA ?
In acqua la donna molte più possibilità di movimento, può scegliere la posizione che preferisce e che più la aiuta riuscendo in alcuni casi tra una contrazione e l’altra ad abbandonarsi galleggiando e alleggerendo la tensione. Al bordo della vasca è sempre presente l’ostetrica che assisterà la donna durante tutta la fase del travaglio e del parto auscultando regolarmente il battito cardiaco fetale e se necessario effettuando l’esplorazione vaginale. Sarà comunque la donna a scegliere, sempre in assenza di eventuali controindicazioni, se restare in acqua anche durante la fase dell’espulsione o se affrontare il parto fuori dall’acqua sulla poltrona attigua.
Nel caso in cui il parto avvenga in acqua è importante che le parti fetali restino immerse fino alla completa espulsione del corpicino; questo per evitare che il diving reflex (il riflesso di immersione) si blocchi a contatto con l’aria inducendo un atto respiratorio intempestivo. Una volta partorito il neonato deve restare immerso in acqua a contatto con il corpo della mamma e con la testa coperta onde evitare dispersioni di calore. Non essendo ancora chiara la letteratura sulle modalità del secondamento questo può avvenire anche fuori dall’acqua se dovesse esserci un dubbio sull’entità della perdita ematica in fase di espulsione della placenta.
IL PAPA’ PUO’ PARTECIPARE AL PARTO IN ACQUA ?
Durante il travaglio e il parto la donna può scegliere di avere al suo fianco chi preferisce.
CI SONO RISCHI PER IL NASCITURO CON UN PARTO IN ACQUA ?
Basandosi sulle evidenze scientifiche queste dimostrano che partorire in acqua non incrementa il numero di ricoveri in terapia intensiva neonatale, non incide sull’aumento del rischio di infezioni e sull’aumento della necessità di rianimazione del neonato
ESISTONO CONTROINDICAZIONI AL PARTO IN ACQUA ?
Sì, esistono nel caso in cui la donna abbia subito un pregresso taglio cesareo o una miomectomia uterina o soffra di diabete, ipertensione, rottura delle membrane da più di 18 ore e febbre. Sono escluse dal parto in acqua quindi tutte quelle situazioni per cui è necessario un monitoraggio cardiotocografico continuo in fase di travaglio. Il feto deve inoltre essere in posizione occipitale e deve essere proporzionato alle misure del bacino della madre. In caso di parto prematuro o oltre il termine il travaglio in acqua non viene praticato poiché queste con queste condizioni potrebbero verificarsi situazioni di emergenza.
10 BUONI MOTIVI IN BREVE PER PARTORIRE IN ACQUA
- Aumenta la mobilità e dunque anche il livello di comfort. In acqua è possibile muoversi con maggiore libertà, il corpo è più facilitato ad assumere istintivamente le posizioni che assecondano la discesa del neonato allentando rigidità, tensioni e dolori.
- Si sperimenta una sensazione di leggerezza maggiore rispetto al parto tradizionale.
- Nell’acqua si riduce la pressione addominale, le contrazioni dell’utero sono più efficaci, la circolazione sanguigna viene agevolata, i muscoli uterini sono più ossigenati, di conseguenza il neonato riceve più ossigeno e i dolori sono più lievi.
- Grazie alla spinta di galleggiamento che l’acqua esercita sulla donna sarà più semplice rilassarsi e verrà consumata meno energia. In questo modo la donna avrà una riserva energetica in più per far fronte alle contrazioni.
- Con questa modalità di parto in linea di massima si avverte meno dolore. La maggiore libertà di movimento, la riduzione della pressione sull’addome, l’intimità che si viene a creare, il calore dell’acqua e la stimolazione tattile esercitata, nonché la secrezione di ormoni che inibiscono il dolore aumentando il rilassamento, sono tutti fattori che incidono sulla riduzione della percezione del dolore.
- In alcuni casi il contatto con l’acqua calda può stimolare e aiutare la dilatazione della cervice (oltre i 5 cm) riducendo la necessità di assumere farmaci che la sollecitino in caso di travaglio difficile.
- Diminuendo l’ansia aumenta la capacità di concentrazione della madre.
- Un ambiente più umido come quello di chi sceglie di partorire in acqua può agevolare la respirazione soprattutto nei casi in cui la donna soffra di asma.
- Grazie all’azione emolliente dell’acqua calda diminuiscono i danni ai tessuti molli della vagina, della vulva e del perineo.
- L’impatto del neonato con il mondo esterno, la gravità, le luci e i rumori è meno traumatico.
ESISTONO DATI IN LETTERATURA ?
Dai risultati di una recente Review della Cochrane emerge che le donne che scelgono di partorire in acqua durante la prima fase del travaglio fanno meno ricorso all’anestesia/analgesia epidurale e spinale rispetto alle donne che scelgono il parto convenzionale. La stessa ricerca evidenzia differenze nella durata del travaglio, nella frequenza di parti operativi e traumi perineali e nella riduzione della percezione del dolore a vantaggio delle donne che scelgono di partorire in acqua. Non sono invece state rilevate differenze nel punteggio di APGAR e nell’outcome neonatale.